Skam Italia in una scena
Un momento in particolare di Skam Italia può sintetizzare meglio di qualsiasi recensione la sensibilità e il valore innovativo della serie creata da Ludovico Bessegato. In un episodio della seconda stagione, Martino (Federico Cesari), uno dei protagonisti, confida il suo innamoramento nei confronti di un ragazzo a Giovanni (Ludovico Tersigni), il suo migliore amico, mentre stanno giocando a una partita di calcio alla PlayStation.
Un dettaglio tutt’altro che trascurabile: forse soltanto chi ha vissuto gli anni dell’adolescenza dal Duemila in poi può avere ben presente la reale intimità che caratterizza uno spazio di condivisone all’apparenza tanto ludico ed effimero. La PlayStation (così come qualsiasi altra console da videogiochi) è quasi sempre un pretesto per parlare, confrontarsi, confessare paure e mal di pancia all’altro, al di fuori del contesto scolastico, ovvero fuori da un luogo collettivo dove è difficile ritagliarsi un terreno privato.
Grazie alla partita di calcio virtuale a cui si stanno dedicando seduti sul divano, sorseggiando due lattine di Coca Cola e sgranocchiando pizzette e focacce, Martino e Giovanni innalzano tra loro e il resto del mondo un muro che può garantirgli non soltanto condivisione, ma solidarietà e fratellanza. Martino sceglie proprio quel momento per fare outing, e nessun altro: non può farlo in un contesto popolato socialmente, come una pizzeria, una birreria oppure camminando per strada, perché quel sentimento non può di certo essere ascoltato da altri e diffondersi, rischiando così di perderne il controllo; inoltre, l’importanza della confidenza e le incognite relative alle possibili e imprevedibili reazioni di Giovanni lo costringono a dichiararsi vis-à-vis, e non tramite un mezzo virtuale come Whatsapp, proprio per andare incontro a qualsiasi richiesta di spiegazione diretta e immediata che possa essergli sottoposta dall’amico.
La costruzione della scena è un piccolo miracolo di scrittura ed equilibrio emotivo, rappresentando un commovente modello di comportamento e di amicizia. La sorpresa di Giovanni, spiazzato e quasi incredulo, viene evidenziata da una messa a fuoco del volto attonito del personaggio, a cui segue un’immagine della partita virtuale in cui il calciatore che stava controllando smette di correre rimanendo fermo con il pallone tra i piedi, come se quell’interruzione proiettasse all’interno del videogioco il suo stato emotivo. Ma dopo il primo momento di stupore e una decina di secondi di silenzio tra i due personaggi, Giovanni si dedica subito al tormento interiore di Martino, chiedendogli chi sia il ragazzo di cui si è innamorato e preoccupandosi che ci siano possibilità che i suoi sentimenti possano essere ricambiati. Proprio come avrebbe fatto nei confronti di un amico eterosessuale, oppure di un’amica.
E la piccola rivoluzione narrativa e comunicativa di Skam Italia si può sintetizzare proprio in questo scarto di Giovanni: l’omosessualità di Martino non è affrontata come un tema da capire, approfondire ed esplorare, ma come un dato di fatto. La partita di calcio prosegue. I due continuano a giocare con il joystick tra le mani, a confidarsi, ad andarsi incontro. E a voler vivere e difendere il loro spazio. Quel momento viene interrotto soltanto dal messaggio vocale di Luchino, un loro amico, alla ricerca di appunti di scuola. E questo stesso approccio di racconto e di sintesi si ripeterà anche nelle successive stagioni di una serie tanto preziosa ed esemplare, quando altri personaggi avranno a che fare con l’integrazione razziale e le differenze etniche, con l’elaborazione del lutto e la depressione, e nell’ultima stagione addirittura con la paura del sesso e l’ipoplasia peniena: un punto di svolta e un metro di paragone per tutta la serialità (ma non solo) adolescenziale.