Compagni di viaggio: un “grande, struggente amore”?

 
 

La serie Showtime Compagni di viaggio, scritta da Ron Nyswaner, già candidato all’Oscar per Philadelphia (1993), altera radicalmente il romanzo omonimo di Thomas Mallon, di cui esiste anche una più fedele trasposizione operistica. L’arco temporale della vicenda viene allungato ben oltre quello originario, gli anni 50. La storia d’amore tra l’ambizioso Hawkins Fuller e il più vulnerabile Tim “Skippy” Laughlin inizia, come nel romanzo, nella Washington della Lavender Scare, la persecuzione degli omosessuali impiegati nell’amministrazione statale durante il Maccartismo, benedetta con tanto di Ordine Esecutivo 10450 dal Presidente Eisenhower immediatamente dopo la sua elezione nel gennaio 1953. Tim e Hawk sono apparentemente su fronti opposti: assistente di McCarthy il primo, consigliere di un influente senatore progressista, ispirato a Lester C. Hunt, il secondo. In realtà, Hawk, con il suo fascino, riesce a manipolare Tim in modo da ottenere informazioni sul campo nemico e rendere Skippy un suo agente. Spostandosi tra la San Francisco di Harvey Milk e la scoperta di Fire Island come paradiso omosessuale, l’amore dei due uomini, che compiono scelte personali e politiche sempre più diverse, prosegue anche nel contesto dei movimenti di liberazione omosessuale degli anni 60 e 70, fino ad arrivare alla protesta per l’indifferenza del governo verso la pandemia dell’AIDS e il commovente ritorno finale nella capitale con l’esposizione dell’AIDS Memorial Quilt

La narrazione del rapporto tra Fuller e Skippy, ostacolato dai pregiudizi sociali e politici del Maccartismo che i due personaggi hanno entrambi interiorizzato pur in modi diversi, non può non coinvolgere, commuovere e far riflettere, ad iniziare dall’epilogo, che guarda anche al nostro presente pur essendo esplicitamente ambientato, diversamente dalla ritrosia del romanzo e dell’opera lirica a parlarne, negli anni 80 quando non c’erano anti-retrovirali e nessuno sembrava interessato a trovare una cura per l’AIDS. La riuscita della serie si deve anche alla perfetta intesa attoriale tra Matt Bomer (Hawk) e Jonathan Bailey (Tim), evidente anche nelle scene di sesso finalmente esplicito tra due uomini sul piccolo schermo, senza falsi pudori o l’uso strategico di teli e lenzuoli.

In parallelo alla relazione tormentata tra Hawk e Tim, Nyswaner inserisce anche quella della coppia afro-americana formata dal giornalista Marcus e dalla drag queen Frankie, interpretati dagli ottimi Jelani Alladin e Noah J. Ricketts. Al contrario del romanzo, la serie mette in rilievo il contributo afro-americano allo sviluppo di una cultura di emancipazione, spesso anche contro l’omofobia interna alla stessa comunità etnica. In questo modo, la famosa nozione di “doppia coscienza” coniata da DuBois per gli Afro-Americani, viene resa multipla: non solo Americani e neri, ma anche gay, un’identità complessa con cui Marcus in particolare farà fatica a confrontarsi.  In questa inclusione della storia afro-americana all’interno del movimento LGBTQ+, Compagni di viaggio omaggia anche personalità come Langston Hughes, con una curiosa intertestualità con Looking for Langston (1989) di Julien nelle scene dei club notturni, e Stormé DeLaverie, la drag king, collega di Frankie nella serie, che una delle mitologie intorno a Stonewall vuole essere l’origine della rivolta. L’episodio 7 si chiude con una bellissima e dolorosa “They are falling all around me” di Michael Callen, compositore vittima dell’AIDS, interpretata dall’attivista e intellettuale afro-americana Bernice Johnson Reagon. Meno sviluppato, ma ugualmente interessante, il rapporto lesbico tra Mary Johnson, la segretaria di Hawk (eterosessuale nel romanzo), e la coinquilina Caroline, che viene troncato dalle indagini interne della Lavender Scare. Proprio in quegli anni, secondo la storica Lillian Faderman (1992: 167), il rapporto lesbico inizierà a sperimentare i primi modelli, codificandosi secondo la dicotomia “butch-femme”.

Il costante confronto tra gli anni della Presidenza Eisenhower e quelli della Presidenza Reagan, istituito grazie ai ripetuti flashback all’interno dei singoli episodi, suggerisce, anche attraverso il personaggio di Roy Cohn, un’equivalenza tra il Maccartismo e la caccia alle streghe degli anni 50 e la voluta inerzia dell’Amministrazione Reagan verso la pandemia dell’AIDS. Eppure, nonostante “il grande, struggente amore”, per citare le parole di congedo di Tim a Hawk, che sento per questa serie, rimane un fondo di perplessità proprio per la rappresentazione patinata del passato al limite della nostalgia, specialmente degli anni 50, e la depoliticizzazione del termine “compagni di viaggio”, spie di una rimanenza del conservatorismo del romanzo di Mallon e della difficoltà americana di onorare fino in fondo chi è stato vittima della Guerra Fredda in quanto comunista.

L’espressione fellow travellers nell’America della vasta coalizione progressista del New Deal e, in modo particolare, negli anni 50 della Guerra Fredda, indicava specificamente persone che, pur non essendo iscritte formalmente al Partito Comunista (CPUSA), ne condividevano l’agenda e l’azione di cambiamento radicale della società. In questa accezione il termine è usato brevemente, passando quasi sotto silenzio, all’inizio del primo episodio, quando McCarthy, parlando alla festa per la vittoria elettorale di Eisenhower, dichiara che il Presidente combatterà il Comunismo perché non è tipo da essere favorevole “ai filosofi di partito e ai compagni di viaggio”. Maggiore risalto viene invece dato alla spiegazione di Lucy, che, nel quarto episodio, racconta al suo futuro marito Hawk di due omosessuali incontrati in Spagna e che le ricordano la sofferenza del fratello: “Si definivano come compagni di viaggio”. Il ricordo si riferisce, quindi, ad una sfera privata, cancellando la dimensione politica di chi, negli anni della Guerra Fredda, veniva perseguitato per la devianza dal liberismo americano e dalla sua eteronormatività. Sorprendente a questo proposito che né il romanzo né la serie menzionino, nemmeno brevemente, Harry Hay, omosessuale e comunista, convocato nel 1955 davanti alla Commissione McCarthy e fondatore della Mattachine Society, primo tentativo di organizzare gay e lesbiche americani.

Come afferma Nyswaner parlando della serie, “nessuno dei personaggi è una vittima integerrima”. Effettivamente – e in questo Compagni di viaggio richiama uno dei primi film hollywoodiani a portare l’omosessualità nell’aula del Senato, Tempesta su Washington (1962) di Otto Preminger – tutti ricorrono all’inganno e alla manipolazione con una certa facilità, una caratterizzazione che segue proprio le teorie maccartiste della propensione al complotto, alla doppiezza e alla facilità al ricatto degli omosessuali e dei comunisti, a giustificazione della Lavender Scare. Inquisitori o perseguitati, maccartisti o liberal, i personaggi della serie adottano strategie simili. “Se non sai mentire non sopravvivrai”, Hawk avverte Tim, il quale prontamente ribatte: “É buffo, Roy Cohn ha detto più o meno la stessa cosa”. 

La stessa tecnica narrativa sembra risentire di questa tendenza alla menzogna, tenendo il tradimento più grave di Hawk compiuto negli anni 50 per l’ultima puntata, dopo che gli episodi 6 e 7 si erano già spostati temporalmente tra gli anni 60 e 70 dei flashback e gli anni 80 del presente narrativo. Oltre ai cliffhanger che terminano i singoli episodi pubblicati settimanalmente, dunque, ne abbiamo uno che, dall’episodio 5, tiene in sospeso il comportamento di Tim fino all’epilogo. In questo modo, la narrazione ci invita a giustificare il punto di vista e i compromessi di Hawk, nonché la sua ironia e sufficienza nei confronti dell’evoluzione politica radicale di Tim. Qui si verifica una strana consonanza tra romanzo e serie: pur adottando il punto di vista di Tim, Mallon non ne traccia un’evoluzione radicale. Anzi, ne fa un eremita che muore di un cancro “rispettabile” nel pieno della pandemia dell’AIDS, uno degli aspetti più problematici del romanzo che ricorda tristemente il silenzio di tante morti. La serie, al contrario, documenta la presa di coscienza politica di Tim, ma al prezzo che sia Hawk a guidarci in questa scoperta, attraverso i suoi compromessi e tradimenti che ci viene chiesto di perdonare alla luce del suo impegno finale per l’amato e la sua visita all’esposizione dell’AIDS Memorial Quilt. Ma il mio grande, struggente amore rimane Skippy. What is remembered lives.

 

Riferimenti bibliografici

Faderman, Lillian (1992). Odd Girls and Twilight Lovers. A History of Lesbian Life in Twentieth-Century America. Penguin Books, New York.
Johnson, David K. (2023). The Lavender Scare. The Cold War Persecution of Gays and Lesbians in the Federal Government. The University of Chicago Press, Chicago (edizione con un nuovo epilogo dell’autore).
Loughery, John (1998). The Other Side of Silence. Men’s Lives and Gay Identities: A Twentieth-Century History. Henry Holt and Company, New York.
Timmons, Stuart (1990). The Trouble with Harry Hay. Founder of the Modern Gay Movement. Alyson Publications, Boston.
Roscoe, Will, a cura di (1996). Radically Gay. Gay Liberation in the Words of its Founder Harry Hay. Beacon Press, Boston.
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