Phantom Project: quella spinta (in)visibile di cui tutti hanno bisogno

 
 

Dopo il successo di Las Plantas alla Berlinale del 2016, in cui era stata raccontata la storia della diciassettenne Florencia, che si ritrova a prendersi cura di un fratello in stato vegetativo nel periodo del proprio risveglio sessuale adolescenziale, Roberto Doveris torna ad attirare l’attenzione dei circuiti festivalieri con Phantom Project. In lizza per il Tiger Award del Festival di Rotterdam, il film del 2022 racconta una storia radicalmente diversa, incentrata su età e fasi differenti della vita ma accomunata da una medesima sete di libertà e autenticità, non solo sessuale. La voglia di realizzarsi, di farlo in autonomia, di non rinunciare ai propri sogni, all’amore e al vivere pienamente, è qui raccontata con un linguaggio che ormai si può dire caratteristico del regista cileno: immediato, libero e scherzoso.

Protagonista di Phantom Project è Pablo, un giovane aspirante attore appena uscito da una relazione con uno youtuber di cui è ancora innamorato, che per arrivare a fine mese si arrabatta in lavoretti insoddisfacenti come fare il paziente simulato per gli specializzandi in medicina o partecipare a bizzarre sessioni in un centro olistico. Tutto sembra di per sé già così complicato, quando alle frustrazioni emotive e lavorative si aggiunge lo stress del coinquilino che improvvisamente sparisce, lasciandosi dietro le sue piante, un cane, un cardigan…e un fantasma.

Fantasma che nell’interessante tocco di stravaganza stilistica non sempre è invisibile quando scherza con gli oggetti e gli abitanti della casa, ma prende talvolta le sembianze di una multiforme linea cangiante che si ispira ai corpi umani e animali mischiando i sessi, che non importano perché un essere è un essere. Un fantasma che dunque già dalle sue intrinseche caratteristiche per così dire “fisiche” e appena visibili al pubblico si fa portatore di un messaggio di verità. Ma ancora di più un fantasma che non è solo giocosamente dispettoso ma diventa una sorta di trait d’union tra il protagonista e le persone che questi incontra, innescando il motore di un cambiamento.

La vita del giovane infatti si muove lentamente verso un’apertura dei propri orizzonti che in poche parole passa attraverso un’esplorazione del quartiere e delle sue persone. Che siano gli amici di sempre, una pop star argentina, una vicina di casa con un compagno violento o una famosa attrice chilena, il ragazzo si prepara ad affrontare nuove cose, a prendere in mano i suoi desideri più veri, che di fatto possono realizzarsi grazie al supporto della comunità e di coloro che si fanno del bene a vicenda.

È così che atterra sul set di un film e può finalmente mettere a frutto il suo talento, prima simulato solo sul finto set di una clinica ospedaliera universitaria. Phantom Project dunque è davvero il racconto del progetto di un fantasma, che forse poi tanto birichino non è ma diventa in realtà quella spinta (in)visibile di cui tutti hanno bisogno per uscire dalla stasi di chi si accontenta e cominciare ad affrontare la vita di petto.

Si può così inserire nella linea di tutte quelle opere costruite intorno all’ingresso di uno sconosciuto - talvolta proprio di un’entità divina o in questo caso surreale – che sconvolge gli equilibri per portare a qualcosa di diverso, che può essere un nuovo sguardo sul mondo, una nuova autenticità o in questo caso la realizzazione di qualcosa di bello tramite l’unione con l’altro.

Altro che può essere anche un oggetto, come quel cardigan che non ne vuol sapere di stare appeso, ma che passa ora di mano in mano, di corpo in corpo, di spirito in spirito, quasi come un passaparola o meglio un testimone che sarà in grado, chissà, di cambiare le sorti di chi lo accetta, così come forse cambierà quelle della proprietaria della valigia in cui si infila verso il finale.

Roberto Doveris è sicuramente un regista da tenere nel radar. Si è finora dimostrato in grado di mandare messaggi di enorme peso con una leggerezza commovente, personalissima e a questo punto inconfondibile, in grado di trasmettere il senso dei bisogni più intimi non solo di questa generazione ma in realtà delle generazioni di sempre. C’è da essere curiosi di guardare in quale prossima storia riuscirà ad articolare questo suo sentire, intanto Phantom Project è visibile su Mubi dal mese scorso.

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