The Sparrow: c’è una speciale provvidenza nella caduta di un passero

 
 

“C'è una speciale provvidenza nella caduta di un passero”. Con questa immagine Amleto si abbandona alla consapevolezza che il destino sfugge al nostro controllo. Quello che deve essere sarà, che noi lo capiamo o meno. Poco importa se siamo pronti per affrontarlo, e ancor meno se ce lo meritiamo.

Questa accettazione arriva dopo un percorso doloroso, tanto per l’eroe shakespeariano quanto per i protagonisti di Il passero-The Sparrow, film irlandese del 2022, ora disponibile in Italia come inedito RaiPlay. In circa un’ora e mezza il regista Michael Kinirons mette in scena una tragedia personale e famigliare che ha la forza archetipica del mito greco e dell’opera shakespeariana, legata alle atmosfere e alle tematiche tipiche di un certo tipo di cinema irlandese e britannico.

Nella storia del giovane Kevin, diviso tra l’incapacità di affrontare il lutto per la madre e la frustrazione per l’incomprensione paterna, si avvertono gli echi del cinema sociale di Ken Loach (in particolare Piovono pietre e La parte degli angeli) e di classici come Billy Elliot. Da quest’ultimo è ripreso il rapporto conflittuale del protagonista con il padre ed il fratello maggiore, entrambi portatori di un ideale di mascolinità tossica e opprimente, dovuto anche al contesto sociale (la working class dei minatori nel caso di Billy, l’ambiente militare in quello di Kevin). Questi attriti sono portati all’estremo dalla presenza costante, quasi tangibile, del ricordo della madre di Kevin, un’artista cui, come viene spesso ribadito, il figlio minore somiglia moltissimo.

Ecco dunque che il dolore per la madre scomparsa si accompagna allo sconforto di non essere capito, e di avere in un certo senso perso sé stesso. Kevin non riesce a vivere un'identità propria. Indossa la giacca di pelle di sua madre, ne mette il rossetto, cercando di plasmare sé stesso nel ricordo di lei. Allo stesso tempo però prova a sovrapporsi al fratello maggiore, cercando di seguirne le orme e la carriera militare dopo che egli rimarrà ucciso in un incidente in barca.

Ed arriviamo qui al punto cruciale, la pietra angolare che unisce il dramma personale alla tradizione tragica. Dopo questo incidente quella che era una storia intima e personale di un adolescente in preda al lutto e in balia di sé stesso assume i tratti di una tragedia classica. Il rimorso, la colpa, la menzogna, la crudeltà del destino si mescolano alla quotidianità di una cittadina lacustre dell’Irlanda. Ad accompagnare questa discesa, un piccolo passero che Kevin aveva salvato e accudito, simbolo discreto ma potente di qualcosa di indefinito.

Dietro quel piccolo volatile, fragile ma attaccato alla vita, si possono nascondere infiniti significati. Il fantasma della madre, che il figlio cerca disperatamente di tenere in vita. Il peso della colpa, da cui non riesce a liberarsi. La speranza, che per quanto debole non può che nutrire. Oppure, proprio come nella tragedia del Bardo, l’inevitabilità del fato, che ci illudiamo di poter tenere tra le mani, ma che, impietoso, continua a sfuggirci.

Indietro
Indietro

Beba: autoritratto di identità frammentate

Avanti
Avanti

Working: il viaggio di Obama attraverso il mondo del lavoro USA