Citadel: la serialità spettacolare

 
 

A pochi mesi di distanza da Gli anelli del potere (2022), Amazon Prime Video dà alla luce la seconda serie più costosa di sempre – caratteristica su cui si è puntato parecchio in fase di promozione –, Citadel, la cui prima stagione conta sei episodi.

Prodotta dai fratelli Russo, Citadel può contare sull’esperienza maturata dai due fratelli grazie al Marvel Cinematic Universe: l’ambizione che promette di avere il nuovo prodotto seriale di Prime è infatti paragonabile solo a quella del franchise Marvel.

Questa prima stagione non è che il primo capitolo di una storia molto più ampia: sono già stati annunciati quattro spin-off, il primo dei quali ambientato in Italia e intitolato Citadel: Diana. Possiamo fare alcune considerazioni. Innanzitutto è chiaro che non ci troviamo di fronte ad un’operazione simile a Skam o The Bridge, vale a dire ad un format importato in Paesi stranieri per offrire sguardi differenti sulla medesima storia. Con Citadel l’intenzione è quella di espandere il racconto, approfondire l’universo narrativo raccontando storie legate tra loro e ambientate in territori diversi. In secondo luogo, questa espansione transnazionale di Citadel sembra voler coinvolgere le eccellenze produttive dei singoli Paesi che raggiunge. Citadel: Diana, infatti, vedrà la luce grazie a un team composto da alcune delle professionalità più importanti della serialità crime italiana, a partire da Cattleya.

Il progetto è indubbiamente ambizioso e si preannuncia come una prima volta nella storia delle serie TV. Ma com’è questa prima stagione di Citadel?

Bisogna riconoscere che, seppur la serie possa vantare un certo grado di originalità nei suoi piani a lungo termine, il soggetto di questa prima stagione non è certo particolarmente originale. Citadel racconta la lotta senza esclusione di colpi tra un’agenzia segreta che mira a difendere il mondo e un’organizzazione malvagia che opera nell’ombra. Non c’è alcuna pretesa di realismo in questi primi sei episodi. Lo stile fumettoso e condito con derive fantascientifiche riecheggia ancora una volta i film dell’MCU. Quella di Citadel è una storia sopra le righe, che si rifà chiaramente ad un immaginario supereroistico, a partire dai costumi dei personaggi, passando per le scene d’azione e arrivando addirittura alle battute che i protagonisti si scambiano tra loro.

Tuttavia, nonostante la sua natura fortemente derivativa, col procedere degli episodi emergono altri elementi che fanno crescere l’interesse verso Citadel. Quella che sembrava una serie proiettata nel futuro, si rivela svolgersi principalmente nel passato, quello dei personaggi, condiviso con chi guarda attraverso numerosi flashback. Non si tratta di semplici frammenti del passato volti a far comprendere qualcosa del presente, ma veri e propri segmenti narrativi che portano avanti la trama e che ribaltano continuamente il rapporto tra ciò che sappiamo noi e ciò che sanno i personaggi. Il protagonista Mason Kane (Richard Madden) non ha più alcun ricordo del proprio passato e il continuo recuperare momenti antecedenti alla storia ha una doppia funzione, da un lato quella di seguire il percorso di riscoperta di sé da parte di Mason, dall’altro quella di lavorare sulla suspense, mostrandoci verità di cui il personaggio non è a conoscenza.

È questo l’unico elemento di complessità di una storia altrimenti estremamente semplice e chiara nel suo svolgersi. Tuttavia questa chiarezza è funzionale alla sua natura di spettacolo. Citadel, in fin dei conti, non è niente di più che puro spettacolo visivo. L’estetica è quella dei blockbuster pensati per il cinema, le scene d’azione mettono in campo tutto lo sforzo produttivo ed economico per dare vita a pure attrazioni.

Arrivati alla fine, l’interesse per Citadel è legato più alle potenzialità di questa serie piuttosto che al reale valore della sua prima stagione. A dare una ragion d’essere a questo prodotto è proprio la possibilità di vedere fin dove possa spingersi questa attitudine spettacolare se portata in giro per il mondo, attraverso culture e realtà diverse tra loro.

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