Ragazze elettriche: un Potere tutto femminile

 
 

Tratta dall’omonimo romanzo (2016) di Naomi Alderman, Ragazze elettriche è la serie di 9 episodi disponibile su Prime Video dal 31 marzo e conclusasi il 12 maggio 2023. Scrittura e regia sono tutte al femminile: si alternano ad esempio Shannon Murphy (Killing Eve), Lisa Gunning (Nowhere Boy), Raelle Tucker (True Blood, Jessica Jones) e Stacy Osei-Kuffour (Watchmen). Anche il cast di personaggi principali è composto prevalentemente da donne, tutte appartenenti a ceti sociali e zone geografiche diverse: Margot (Toni Collette) è la sindaca di Seattle; Jos (Auli’i Cravalho) è sua figlia adolescente, per nulla popolare a scuola; Allie (Halle Bush) è un’orfana vittima di violenze da parte dei genitori adottivi; Roxy (Ria Zmitrowicz) è la figlia illegittima di un potente boss della malavita londinese; Tatiana (Zrinka Cvitešić) è la moglie del presidente della Moldavia.

Inaspettatamente e senza alcuna premeditazione, la stragrande maggioranza delle ragazze adolescenti del globo sviluppa un potere (da questo momento con la “P” maiuscola) installatosi in un nuovo organo collegato alle due clavicole. Il sintomo è la capacità di emissione più o meno volontaria di corrente elettrica dalla punta delle dita. Il Potere è ereditario, trasmissibile di donna in donna (anche in età adulta) ed è irreversibile a meno di pericolosi interventi di rimozione dell’organo. Le conseguenze sono, ovviamente, varie, eventuali e spesso fatali.

Ragazze elettriche è un intreccio di varie storie che collimano con diverse sfumature di femminismo. Strizzando l’occhio a The Handmaid’s Tale (Hulu), i quadri esistenziali di ciascun arco narrativo mostrano l’utilizzo del Potere come metodo di difesa, vendetta, riscatto personale, autodeterminazione di sé e come strumento di rivolta popolare (estremamente potente e riuscito l’episodio delle manifestazioni delle donne nel sud-ovest asiatico) Non solo, la serie si sviluppa attraverso i micro-rapporti tra donna e Potere, mostrati tramite cross-cutting, che illustrano l’evoluzione personale di ognuna delle cinque donne protagoniste. Il personaggio più interessante, che segue una maturazione importante e sconvolgente, è Tatiana, la moglie-concubina del dittatore moldavo: nel silenzio e nell’anonimato della prigionia in una vera e propria gabbia dorata, Tatiana utilizza il Potere per distruggere, con le proprie forze, un altro tipo di potere, quello totalitario e rivendicando infine la propria esistenza come donna indipendente.

Il punto debole di Ragazze elettriche è il poco spazio riservato agli uomini e al loro punto di vista, poiché vengono mostrati unicamente come degli inetti, rancorosi e impauriti dall’evento eccezionale che sconvolge il pianeta. Il personaggio del giornalista nigeriano Tunde (Toheeb Jimoh), quale paladino della verità e del supporto nei confronti della rivendicazione femminile tramite i suoi reportage in giro per il mondo, cala di energia verso gli ultimi episodi, quasi come se sapesse già che la sua ricerca è troppo grande per lui. Seppur le sue intenzioni siano lodevoli, la scrittura non è riuscita ad accrescere il suo cambiamento, raffigurandolo fino alla fine come un incapace capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Terminata con un finale aperto, Ragazze elettriche è un thriller distopico riuscito e ad altissimo potenziale, nonostante la presenza di alcuni passaggi trattati in maniera sbrigativa e frettolosa che potevano decisamente essere affrontati in maniera migliore. In ogni caso, la storia rimane aperta a ulteriori sviluppi e ad altre narrazioni di donne unite da un unico Potere.

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