La Pazza Storia Del Mondo, Parte II : una risata non vi seppellirà
Sono passati più di quarant’anni da quando Mel Brooks ha cercato di rileggere la Storia dell’umanità in chiave parodica e dissacrante. Il film, che in lingua originale è intitolato History of the World, Part I, termina con il finto trailer di un ipotetico sequel che Brooks non girò mai. Il preludio a un’ipotetica parte seconda era dichiaratamente una boutade del regista. Ecco che oggi invece arriva questo seguito in formato seriale, ripartito in otto episodi.
Questo History of the World, Part II, trasmesso in patria su Hulu e da noi su Disney+, è sceneggiato e prodotto da Brooks insieme a Nick Kroll, Wanda Sykes, Ike Barinholtz, David Stassen, Kevin Salter, David Greenbaum e Christie Smith.
Ma cosa è cambiato nel linguaggio comico del papà di Frankenstein Junior dagli anni Ottanta a oggi?
Bisogna innanzitutto sottolineare che La pazza Storia del mondo targata 1981, funziona un po' come spartiacque all’interno della sua filmografia, in quanto Brooks non ha abbandonato del tutto la matrice del suo jewish humor, ma al contempo ha aperto la strada a una comicità più greve e fortemente rappresentativa del filone goliardico-demenziale del cinema americano anni Ottanta.
Da Balle spaziali (1987) fino a Dracula morto e contento (1995) il cinema di Mel Brooks non sarà più lo stesso, diventando un oggetto spurio, a causa di una ibridazione tra la propria matrice comica e le nuove scuole umoristiche che hanno spaccato in due la sua filmografia.
Prima di arrivare a La pazza storia del mondo, Parte II, bisogna tener conto che alle sue spalle ci sono molteplici modelli comici che lo hanno influenzato, oltre ovviamente al primo capitolo.
Il filone demenziale dei fratelli Zucker e di Jim Abrahams, il nonsense grottesco di Monty Python - Il senso della vita (1983) e ancora la follia episodica e da format televisivo di Donne amazzoni sulla Luna (1987), fino agli anni Duemila con le nuove scuole umoristiche dei fratelli Wayans e del Frat Pack.
La pazza storia del mondo, Parte II è un po' la summa esausta di tutto questo, cercando da un lato di guardare al passato mantenendo una certa aderenza filologica al film del 1981 (la serie si apre dove terminava il film, con Hitler che pattina sul ghiaccio) e dall’altro superando la goliardia in favore di uno humor crudo e spesso esageratamente volgare (compaiono persino i personaggi di Jackass). La serie cavalca così la filosofia dei vari Scary movie, ovvero di essere un prodotto politicamente scorretto e di seppellire tutti e tutto sotto una risata liberatoria.
Nicholas Kroll, uno dei volti popolari dell’odierna comicità statunitense (con una formazione da stand- up comedian), è il perno attorno a cui ruota quasi l’intera serie. Rivestendo più ruoli e quasi sempre di spicco, Kroll sostituisce Brooks e, nonostante abbia una predilezione per la satira urticante, resta spesso vittima di una sceneggiatura puerile e troppo forzatamente legata al linguaggio social.
Dalla guerra civile americana alla corte del Gran Khan, dalla rivoluzione russa alla vita di Cristo, La pazza storia del mondo, Parte II riesce solo sporadicamente a trovare il guizzo giusto e la battuta arguta e lo fa soprattutto con le gesta della candidata afroamericana Shirley Chisholm, raccontate come una sitcom stile I Robinson.
Mel Brooks si ritaglia un breve cameo nell’incipit della serie, per poi limitarsi a voce narrante e, pur apprezzando l’impegno e la vivacità del novantaseienne regista americano, bisogna constatare che questo è il triste epitaffio alla sua comicità, dato che il nadir lo aveva già attraversato in coppia con Ezio Greggio.
Per chi scrive, La pazza storia del mondo, Parte II in qualche modo c’è già stata grazie al compianto Harold Ramis e si chiama Anno uno (2009).