The Family Stallone: una divagazione di puro intrattenimento

 
 

The Family Stallone è un docu-reality di Paramount+ che si propone di seguire la vita del divo e della sua famiglia. Protagonisti sono, infatti, oltre a Stallone il fratello Frank, la moglie Jennifer Flavin e le tre figlie: Sophia, Sistine e Scarlet. La serie è composta da 8 episodi di una ventina di minuti ciascuno, durante i quali lo storytelling si ripete in maniera quasi meccanica. Ogni episodio è incentrato principalmente su un membro della famiglia che deve affrontare un problema o un evento particolare (compleanno, concerto, ricorrenze varie) e lo si segue fino alla sua veloce risoluzione. Le varie situazioni sono fin troppo costruite e frettolose e quindi non danno allo spettatore la possibilità di immedesimarsi o empatizzare con quanto sta succedendo. Le varie situazioni sono, in realtà, un modo subdolo e ben pensato di reclamizzare le diverse attività che svolgono i componenti della famiglia.

Stallone compare solo ed esclusivamente per promuovere la sua serie, sempre Paramount+, Tulsa King, oppure per sostenere attraverso il peso della sua celebrità i progetti dei suoi familiari. Eccolo dunque all’Hard Rock Cafe a presentare il concerto del fratello Frank Stallone, oppure il lancio della nuova serie di prodotti di bellezza della moglie, la Serious Skincare. “Sly”, come viene chiamato affettuosamente Stallone, sembra, nel corso della serie, voler fare ammenda del poco tempo passato con la famiglia. A livello narrativo il messaggio che pare voler dare è la volontà di lasciare le scene e fare quindi, così come Schwarzenegger con Arnold, una sorta di testamento in cui si apre ai suoi fan, dando però anche alle sue figlie la possibilità di emergere e fare carriera. Questa apertura è però solo superficiale e, infatti, ciò che ne risulta è più una mossa di marketing, ben riuscita vista la conferma per una seconda stagione.

Sebbene a livello contenutistico ci sia molto poco “reality” e tutto, come detto, sia eccessivamente costruito e girato in breve tempo con mezzi scarsi e pessima fotografia, a livello di intrattenimento The Family Stallone diverte. Tutto il contrario di un prodotto simile come Ferragnez, dove la cura per i dettagli è sicuramente maggiore ma che punta fin troppo sugli aspetti drammatici, mettendo in secondo piano l’intrattenimento. Probabilmente Stallone, che è al termine della carriera, può permettersi un prodotto più rilassato e meno curato senza la paura di perdere credibilità. La parte drammatica della vita del divo è totalmente tagliata fuori: la morte del figlio Sage e la disabilità di Seargeoh non vengono mai menzionati, nonostante si parli dei passati problemi cardiaci della figlia Sophia. La scelta di puntare sullo svago e il superficiale tralasciando le questioni serie è quindi consapevole.

Tutto in The Family Stallone è estremamente disteso ed è esilarante vedere il rapporto ridanciano che Sly ha con le donne della sua famiglia. Queste ultime sono le vere protagoniste della serie. Pare chiaro, quindi, che Stallone voglia provare a lanciarle nello star system appoggiando i loro sogni. Sophia e Sistine dirigono Unwaxed, un podcast di scarso successo che portano avanti in parallelo alla loro altre attività. Sistine è modella e tenta di lavorare nel cinema dietro le quinte, mentre Sophia si definisce scrittrice e sta cercando di scrivere il suo primo romanzo. L’unica che vuole seguire le orme paterne è Scarlet, che, tanto per cambiare, ha avuto anche una parte nell’onnipresente Tulsa King.

Sylvester Stallone è poco presente dentro la serie ma emerge comunque il suo essere molto autoironico, bambinesco e forse un po’ troppo legato a un’idea di famiglia tradizionale. Da una parte vuole tenere saldo il legame con la moglie e le figlie, ma questo è forse fin troppo morboso tanto che le tre ragazze lamentano di non potergli presentare i loro partner. Jennifer, Sophia, Sistine e Scarlet tendono e prendere in giro Sly nel corso di tutta la serie, facendolo passare per un vecchio ancorato al passato che ripete sempre le stesse cose. Stallone cerca, infatti, di sembrare giovanile ma fatica addirittura a inquadrarsi il volto facendo una videochiamata. Invece è inquietante il rapporto tra i due fratelli Stallone, con Frank, single, che ha una casa museo del fratello, che a sua volta si diverte a schernirlo fin da quando erano piccoli. Del resto l’attività musicale (e attoriale) di Frank è stata per lo più legata alle colonne sonore per il fratello a partire da Rocky.

The Family Stallone, come detto, riesce ad intrattenere ma è di fatto priva di contenuti reali. Ci si domanda, quindi, cosa possa effettivamente esserci all’interno di una seconda stagione. Il rischio è che, di fronte a una prima stagione fatta con il freno a mano tirato, possano essercene altre, girate ancora più al risparmio, contando di avere una formula vincente trainata dal solo nome di Sylvester Stallone.

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