Derry Girls. La storia vista dai teen

 

Erin, Orla, Michelle e Clare sono quattro amiche inseparabili, amano i Take That, le Spice Girls e come la maggior parte delle adolescenti sono alle prese con gli scontri con le rispettive famiglie, con le prime cotte e i compiti in classe. Fin qui tutto nella norma, se non fosse che a fare da sfondo alle avventure delle quattro ragazze è uno dei peggiori conflitti che abbia colpito l'Europa nel secondo dopo guerra, gli scontri tra cattolici e protestanti in Irlanda del Nord.
Derry Girls (2018-2022, Netflix) è ambientata negli anni Novanta a Derry, un periodo molto buio della storia irlandese che vedeva il governo di Londra in contrapposizione all'IRA. Eppure, tutta la violenza di quegli anni viene mostrata in maniera velata e mai esplicita durante gli episodi, che invece mantengono un andamento ironico e dissacrante. Ecco dunque che quando il cugino di Michelle, James, si trasferisce a Derry viene accolto dal gruppo nonostante il suo buffo accento e, soprattutto, nonostante sia inglese. James frequenterà con loro l'istituto femminile, in modo da non essere vittima di bullismo in una scuola maschile, ma le sue origini inglesi saranno sempre un pretesto per prenderlo in giro. 

La religione è sicuramente un elemento molto presente in Derry Girls, non solo per via della situazione politica. Apparizioni mariane, preti narcisisti e il sarcasmo della direttrice dalla scuola, Sister Michael, creano delle vere e proprie situazioni dove la sacralità e l'austerità, tipiche della trazione cristiana, lasciano spazio all'ironia e alla comicità. Tutte le ipocrisie del mondo degli adulti sono destinate a essere smascherate mostrandole per quello che sono, operazioni di pura facciata che cercano di mettere delle toppe in un mondo scosso da decenni dalla violenza. Un episodio significativo è sicuramente quello ambientato durante l'iniziativa “Friends Across the Barricad“ dove le ragazze della scuola cattolica incontrano i ragazzi protestanti di un istituto maschile. Sebbene l'iniziativa nasca per permettere alle due comunità di dialogare e creare un mondo di pace, anche in questo caso, per via di fraintendimenti e pregiudizi, l'esito sarà molto diverso.

Anche gli adulti della serie faticano a mantenere la loro aura di autorità, e ne vengono mostrate le loro fragilità, molto simili a quelle dei loro figli. Tuttavia l'età adulta, il momento delle responsabilità, arriva per tutti, anche per le ragazze di Derry. I loro 18 anni coincidono con uno dei referendum che ha cambiato la Storia del XX secolo, l'Accordo del Venerdì Santo, che sancì la fine della lotta armata nell'Irlanda del Nord. “Non importa quanto può fare paura. Dobbiamo andare avanti e dobbiamo crescere, perché le cose potrebbero cambiare in meglio” dice Erin prima di recarsi alle urne, frase che riassume bene lo spirito che governa Derry Girls in tutte e tre le stagioni. La paura può avere tanti aspetti: si può avere paura dell'esito degli esami finali a scuola, dell'ennesima barricata in città, di dichiarare i propri sentimenti, ma c'è sempre un modo per provarci, c'è sempre una via per andare avanti. 

Il successo della serie è soprattutto quello di aver raccontato la vita di tutti giorni del popolo irlandese negli anni Novanta, con le sue assurdità e incertezze. Infatti Derry Girls è anche questo, una serie che parla dell'‘identità irlandese, che tra le mille contraddizioni si è dovuta mettere in dubbio e ridefinire più volte. Identità che viene celebrata anche dalla colonna sonora attraverso le canzoni dei Cranberries. L'autenticità dei fatti narrati è riconducibile al fatto che molte vicende messe in scena sono realmente accadute all'ideatrice e scrittrice della serie, Lisa McGee, nata nel 1980 proprio a Derry.

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