Dumb Money: Ribaltare il sistema con ironia e coraggio
Uno dei miei generi preferiti, sia sullo schermo che sulla pagina scritta, è il biopic. C’è qualcosa di magnetico nel vedere storie reali che, attraverso il cinema, diventano vive, umane. E a volte, mi trovo coinvolto anche in quelle che, sulla carta, non mi interesserebbero affatto. È successo con Sully di Clint Eastwood, e adesso è successo di nuovo con Dumb Money.
Ammetto subito che il mondo della finanza e quello dei videogiochi non sono esattamente il mio pane quotidiano. Eppure, questo film su GameStop e la bizzarra rivolta degli investitori su Reddit mi ha conquistato. Perché? Forse perché è un film che, più che parlare di numeri e azioni, parla di persone. Persone che trovano il modo di ribaltare il sistema, di piegare una realtà che sembrava immutabile e dominata dai grandi poteri. Una storia quasi surreale, che mi ha fatto venire in mente i ribelli di Fight Club, ma con i laptop al posto delle mazze da baseball.
La vicenda, ormai nota, ruota attorno alla figura di Keith Gill (interpretato da un Paul Dano in stato di grazia), uno youtuber che, nel 2021, ha messo in crisi i giganti di Wall Street, sfruttando una logica che i "grandi" avevano sottovalutato. Un colpo di genio? Forse. Una follia? Sicuramente. Ma soprattutto, un’inaspettata dimostrazione che i piccoli possono, almeno ogni tanto, battere i grandi.
La regia di Craig Gillespie (Tonya, Million Dollar Arm) si adatta perfettamente alla storia. Non cerca di essere pretenziosa, ma sa come catturare l’attenzione, mantenendo un ritmo che non lascia spazio alla noia. E, credetemi, trattare di Borsa e finanza senza annoiare è già un successo. Merito anche degli sceneggiatori Lauren Schuker Blum e Rebecca Angelo, che riescono a rendere appassionanti temi che di solito ti farebbero spegnere il televisore. Il film cammina su una linea sottile: da un lato ironico e divertente, dall'altro con un sottotesto quasi tragico, in cui le vittorie dei piccoli sembrano sempre destinate a durare poco.
Certo, non è un film privo di difetti. A tratti, si ha la sensazione che la narrazione resti un po’ troppo in superficie, evitando di affondare i colpi quando potrebbe. Forse si poteva esplorare di più la dimensione psicologica e sociale di questi piccoli investitori, raccontando meglio le motivazioni che li hanno spinti a sfidare il sistema. Ma nonostante questo, Dumb Money riesce a parlare a un pubblico ampio, senza far sentire nessuno escluso.
E alla fine, è proprio questo il suo punto di forza: riesce a rendere la finanza accessibile a chi, come me, non ha mai avuto un grande interesse per il settore. Il film non si limita a raccontare una storia, ma suggerisce un messaggio più ampio: anche i poteri più grandi possono essere messi in difficoltà da chi ha il coraggio di giocare fuori dagli schemi. E in tempi come questi, dove le disuguaglianze sembrano sempre più evidenti, questa è una lezione che fa bene ricordare.
Dumb Money, già presentato al Toronto Film Festival e ora su Prime Video, è un film che potrebbe non cambiare la storia del cinema, ma che sicuramente sa intrattenere e far riflettere. Una visione consigliata, soprattutto per chi è stanco di sentirsi dire che "così vanno le cose". Forse, dopo averlo visto, penserete che, ogni tanto, le cose possono andare diversamente.